Trattamento chirurgico della fibrillazione atriale

Cos’è la fibrillazione atriale (FA)?
La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune, colpisce l’1-2% della popolazione mondiale e consiste in un ritmo caotico rapido che origina dagli atri (le camere superiori del cuore).
In condizioni normali (ritmo sinusale), un singolo impulso che origina dalle cellule “pacemaker” del cuore viaggia attraverso il tessuto atriale, e viene trasmesso in modo coordinato ai ventricoli. Durante la fibrillazione atriale tanti impulsi sono generati in modo caotico in più punti degli atri, e trasmessi in modo irregolare ai ventricoli, determinando un battito cardiaco rapido e disordinato.

 

Quali sono i rischi della FA?
La fibrillazione atriale è una condizione pericolosa, in quanto è associata ad una mortalità doppia rispetto alla popolazione generale. Questo perché la FA aumenta di 5 – 7 volte il rischio di ictus cerebrale, dovuto al fatto che la perdita della normale contrazione cardiaca determina un ristagno di sangue e la sua trasformazione in coaguli, soprattutto in una particolare area dell’atrio sinistro che si chiama auricola sinistra. Peraltro, se non adeguatamente controllata o curata, la FA determina un progressivo scompenso cardiaco.

 

Come si tratta la FA?
L’obiettivo del trattamento della fibrillazione atriale include il ripristino del normale ritmo cardiaco (ritmo sinusale) ed il controllo della frequenza cardiaca – riducendo così il rischio di scompenso cardiaco – e la prevenzione della formazione di trombi – riducendo il rischio di ictus cerebrale.

 

In cosa consiste il trattamento medico della FA?
I farmaci vengono usati come prima linea per trattare la fibrillazione atriale, ed includono:
  • Farmaci per il controllo del ritmo (antiaritmici)
  • Farmaci per il controllo della frequenza cardiaca (per abbassare il numero di battiti)
  • Anticoagulanti (Coumadin o altri anticoagulanti orali), farmaci che rendono il sangue più fluido e prevengono la formazione di trombi e quindi il rischio di ictus cerebrale

 

Quando si tratta chirurgicamente la FA?

Il trattamento chirurgico viene considerato nel momento in cui

  • La terapia medica non controlla o corregge la FA
  • La terapia medica non viene tollerata
  • Se i farmaci anticoagulanti non possono essere assunti
  • Si hanno trombosi o ictus in corso di terapia medica
  • Si è sottoposti a chirurgia cardiaca per altri motivi
  • Si vuole ridurre il rischio di ictus cerebri (casi selezionati)

 

Quale è l’esperienza della Cardiochirurgia di Verona nel trattamento della FA?

Il trattamento chirurgico della FA nella nostra Unità Operativa viene considerato quando i pazienti si sottopongono a chirurgia cardiaca per altri motivi, quali malattie valvolari o coronariche, oppure – in casi selezionati – vi sia una FA isolata (cioè senza una concomitante cardiopatia) che non si riesca a controllare con i farmaci o con la terapia ablativa cardiologica. Oltre ciò, la nostra Unità Operativa esegue procedure di esclusione dell’auricola sinistra per ridurre il rischio di trombosi, cardio-embolia, ed ictus cerebri nei pazienti affetti da FA.Il trattamento chirurgico antiaritmico della FA prende il nome di procedura di “Maze”, che in inglese significa labirinto (Figura 1). Questa procedura consiste nel creare delle piccole cicatrici negli atri in modo da formare un percorso obbligatorio, volto ad instradare l’impulso in modo ordinato dalle cellule pacemaker, attraverso il tessuto atriale, fino ai ventricoli, re-instaurando il ritmo sinusale.

A questo si accompagna l’esclusione dell’auricola sinistra dal sistema circolatorio, escludendo così la principale fonte di formazione di trombi.

 

Qual è il beneficio di questa procedura?
Questa procedura costituisce ad oggi la migliore possibilità di trattamento della FA, di gran lunga superiore alla terapia medica ed alla terapia interventistica cardiologica di ablazione. In particolare, la chirurgia della FA riporta un tasso di successo del 90-95% a 10 anni associandovi una terapia antiaritmica. Questo tasso di successo si riduce al 70% in assenza di terapia antiaritmica, ma resta comunque superiore a qualunque altra terapia.Vale la pena di ricordare che un eventuale trattamento valvolare mitralico con approccio mini-invasivo non preclude la possibilità di un concomitante trattamento chirurgico della FA.

Fibrillazione atriale